I cambiamenti climatici ci mettono di fronte a periodi di siccità sempre più frequenti
Negli ultimi anni abbiamo iniziato a prendere coscienza degli effetti del cambiamento climatico globale, già da tempo annunciato dagli scienziati, pur senza essere preso sul serio.
Innalzamento generale delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, lunghi periodi di siccità e temporali che in un attimo si trasformano in nubifragi catastrofici, sono i segnali più evidenti di questo grande cambiamento in atto.
Se da un lato dobbiamo fare i conti con vere e proprie inondazioni, dall’altro ci vediamo costretti a considerare l’acqua un bene prezioso, poiché scarseggia per parecchi mesi consecutivi.
Eravamo impreparati alla siccità?
Nessuno di noi era preparato ad affrontare una condizione siccitosa di questa portata; tuttavia, abbiamo cominciato a mettere in discussione i nostri modelli produttivi e le nostre abitudini, per tentare di trovare una soluzione al problema.
Se un tempo potevano fingere di non curarci dello spreco delle nostre risorse idriche, ora non è proprio più possibile.
Al contrario, è necessario individuare in quale ambito vengono perpetrati gli sprechi maggiori e accomodarli.
Senza dubbio, il comparto dell’agricoltura è tra quelli che impiegano una notevole quantità d’acqua, indispensabile per irrigare i campi e innaffiare le piante.
Di quell’acqua, molta va dispersa senza essere servita a tali scopi a causa di metodologie poco attente all’uso consapevole delle risorse.
La necessità di fare un uso più consapevole dell’acqua in ambito agricolo
Anche i bambini sanno che le piante hanno bisogno di acqua, luce e un buon terreno, per poter sopravvivere; se viene meno uno di questi elementi essenziali, la pianta soffre, si ammala e può anche perire.
Affinché le piante possano resistere ai lunghi periodi di siccità che il global change infligge, gli agricoltori devono sopperire alla mancanza di piogge ricorrendo sempre più spesso alle risorse idriche della comunità. Tuttavia, la scarsità di acqua è oramai un problema comune a fiumi, laghi e bacini artificiali.
Per questo motivo, l’agricoltura non può più disporre dell’acqua a proprio piacimento, senza curarsi di quanta di essa raggiunga effettivamente il terreno e le piante anziché evaporare.
Al comparto agricolo è stato necessario modificare le proprie tecniche d’irrigazione, ottimizzandole in un’ottica di maggiore efficacia e risparmio.
Inoltre, è in atto anche una razionalizzazione delle colture, che predilige quelle che resistono maggiormente agli ambienti aridi o che giungono a maturazione all’approssimarsi della stagione più calda.
Come disporre di acqua anche nel pieno della siccità: il pozzo artesiano
Nel corso di un evento siccitoso che può perdurare mesi, contare sull’arrivo della pioggia è un atto di fede piuttosto che una reale probabilità.
E non si può fare affidamento nemmeno sull’acqua elargita dal Comune, perché i sindaci, al fine di economizzarne il più possibile, possono disporne il razionamento.
Pertanto, chi ha un terreno agricolo, o anche un semplice orto casalingo, rischia di veder vanificare tutte le proprie fatiche, arse dalla calura.
E non parliamo di utilizzi dell’acqua cosiddetti “accessori”, come quello necessario per l’utilizzo di una piscina privata.
Che fare allora? Rinunciare a coltivare? Esiste una strada alternativa?
Una soluzione potrebbe essere quella di scavare un pozzo artesiano, così da poter disporre di acqua propria, fornita da una sorgente sotterranea.
Come spiegano le pagine online di Valenti Pozzi, un’azienda specializzata nella realizzazione di pozzi artesiani a Ravenna, questa particolare tipologia di pozzo consente di sfruttare al meglio una falda artesiana, assicurando la presenza costante di acqua per uso agricolo.
A differenza di un pozzo freatico, che in estate tende a restare a secco, il pozzo artesiano garantisce un approvvigionamento idrico pressoché permanente, poiché va ad intercettare una falda molto profonda. Così facendo, le colture sono salve.
Tuttavia, questa non è una ragione per non evitare di sprecare l’acqua, ricorrendo a tecniche più razionali per innaffiare e mantenere umido il terreno.
L’agricoltura sostenibile: come coltivare il proprio orto senza sprecare acqua
Sia essa su larga scala o ad uso domestico, è imperante che l’agricoltura tenda sempre più verso una maggiore sostenibilità.
È importante predisporre i terreni affinché siano in grado di trattenere al meglio l’acqua a loro necessaria.
Si dà il caso che i terreni di tipo argilloso e ricchi di humus riescano a mantenere un alto grado di umidità, al contrario di quelli sabbiosi.
Inoltre, un terreno che viene lavorato troppo, e nel quale le zolle vengono lasciate alla mercé di sole e aria, tende ad asciugarsi molto e a perdere l’apporto benefico dell’humus.
Invece, sarebbe importante riuscire a salvaguardare sia quest’ultimo che il giusto grado di acqua.
In che modo?
- La pacciamatura
Grazie alla pacciamatura con materiali di origine vegetale, come fieno, paglia, foglie triturate ecc. il terreno agricolo mantiene l’umidità e le piante richiedono meno acqua.
In più, pacciamando il terreno diminuisce la necessità di dover ricorrere a sostanze diserbanti, dato che la sua costante copertura ostacola la crescita di piante infestanti intorno a quelle coltivate. - I sistemi di irrigazione localizzata
L’allestimento di sistemi d’irrigazione più razionali è un ulteriore e indispensabile accorgimento per non sprecare l’acqua disponibile.
Il miglior sistema è senz’altro il goccia a goccia, posto in prossimità di ogni singola pianta.
Ciò consente alle piante di assorbire immediatamente l’acqua, senza che essa corra il rischio di evaporare prima di essere entrata in contatto con le radici.
In questo modo, la dispersione dell’acqua si riduce ad una percentuale minima, mentre prima era davvero incisiva con i tradizionali metodi di irrigazione a pioggia.