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Influencer, come evitare di collaborare con quello sbagliato

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Stai cercando di smuovere la tua azienda sul web e la prima strategia a cui hai pensato è stata quella di chiedere aiuto ad un’agenzia di influencer marketing o di contattare direttamente un influencer.

La tua mossa è senz’altro corretta, se consideriamo che questa è una figura professionale a tutti gli effetti che in questo periodo storico è al massimo della sua fama e delle sue prestazioni.

Esistono influencer in ogni nicchia di mercato: dai più conosciuti che trattano argomenti culinari e viaggi, a quelli più impensabili che, invece, trattano di meccanica o di medici che svolgono la professione parallela di health influencer.

Che sia la prima volta in cui ti rivolgi a questo tipo di testimonial, o che tu l’abbia già fatto altre volte, sai che la scelta di affidarsi ad un influencer ha pro e contro e la paura di incappare in una fregatura è sempre dietro l’angolo, perché quest’attività non è chiara a tutti, né regolata da linee guida statali.

Per evitare di cadere in alcuni frequenti errori dell’influencer marketing, ecco alcune accortezze da tenere a mente.

L’influencer non ha totale libertà: concentrati sui contenuti

Così come in tutti gli aspetti della tua strategia di comunicazione, non devi sottovalutare l’importanza di curare in modo autentico i contenuti della campagna.

L’influencer marketing non deve essere il fulcro della strategia, ma un pezzo del puzzle che porterà visibilità alla tua azienda.

Devi riflettere sui tuoi contenuti, strutturare cosa e come comunicarli e infine spiegare all’influencer su cosa vuoi che si concentri la sua attività.

Non lasciare la campagna in mano all’ambassador: non è tenuto a farti da social media manager solo perché ha un bel profilo su instagram, né deve essere l’unico responsabile della notorietà del tuo brand!

Attenzione ai falsi influencer e alle truffe

Sin dalla notte dei tempi 2.0, il mondo dei social network è pieno di inganni, a volte anche di truffe nell’influencer marketing.

Un fenomeno da non sottovalutare è l’esistenza dei falsi influencer, ovvero tutti quegli utenti che sulla carta godono di un buon numero di follower o feedback ai propri post, ma nella realtà utilizzano bot per followers, like e commenti, aumentando in questo modo i dati del proprio profilo.

Ingaggiare questi personaggi può solo portarti ad uno spreco di tempo e soldi.

 In giro per il web sono infatti disponibili delle applicazioni che ti permettono di acquistare falsi followers o addirittura commenti e “mi piace”.

È importante saper riconoscere attività di questo tipo per salvaguardarsi.
Il primo passo da fare è controllare il numero di followers e di like ricevuti dall’influencer: se il contatore dei seguaci è su cifre elevate ma i likes ricevuti sono – in proporzione – pochi, abbiamo un problema, perché significa che l’engagement rate è basso.

Cos’è l’engagement rate e come si calcola

L’engagement rate è una percentuale che, banalmente, ci permette di misurare il grado di coinvolgimento dei followers su Instagram.
Per avere un’idea dei numeri su cui è bene mantenersi, un engagement rate tra il 3% e il 6% indica che c’è un giusto coinvolgimento, perché ogni 100 follower abbiamo dai tre ai sei utenti che interagiscono con il profilo.
Una percentuale superiore implica un coinvolgimento molto alto (ed è difficile da raggiungere), una inferiore ci segnala che il profilo sta girando male.

Se vuoi calcolare manualmente il tasso di coinvolgimento del profilo Instagram del tuo eventuale ambassador, puoi farlo manualmente o utilizzando dei tool.
Per cimentarti nella matematica, basta dividere la somma di “mi piace” e commenti per il numero di followers, poi moltiplicare per 100:

(mi piace + commenti)/followers x 100

Tool per riconoscere un vero influencer

Esistono anche molti tool di analisi per calcolare l’engagement rate e controllare se le attività di un account sono forzate: uno di questi è Ninjalitics, su cui è possibile inserire lo username del profilo che vogliamo analizzare e scoprire se le sue attività sono coerenti o forzate, quanto sono partecipi i suoi seguaci, se svolge attività scorrette come il “follow/unfollow”.
Un altro strumento di questo tipo è FollowerStat, che funziona più o meno come il precedente, aggiungendo qualche tabella più dettagliata sui post, come ad esempio quanti like un profilo ha recuperato o perso per ogni foto pubblicata.

Ce ne sono tantissimi altri, ognuno con un focus su aspetti differenti: basta cercare su internet i tool di analisi di Instagram.

Occhio alle bufale su Instagram

Attenzione anche alle bufale di instagram: delle volte un contenuto che sembra originale o naturale, in realtà è frutto di una collaborazione economica.

Il consiglio è quello di valutare questo fenomeno per due motivi:

  • Trovare degli influencer affidabili;
  • Evitare di creare e commissionare questo tipo di campagne.

In particolare, il rischio su questo secondo punto è quello di essere scoperti e venirne fuori screditati o, peggio, penalizzati.

Per fortuna, comunque, si stanno facendo dei grandi passi avanti in questo senso: se da un lato Instagram evidenzia quali sono i contenuti brandizzati, dall’altro è stata lanciata la Digital Chart, una carta che permette di rendere riconoscibile la comunicazione commerciale diffusa su internet.
Il documento elenca una serie di norme da seguire in base al contenuto veicolato sulla nostra piattaforma, come ad esempio l’obbligo di notificare quando un post è frutto di una collaborazione economica.

L’influencer deve essere in linea con la tua azienda

Questa breve guida vuole senz’altro evitare che tu cada nell’errore di fidarti della persona sbagliata.

Un elemento da tenere a mente quando scegli di collaborare con un influencer è quello di valutare in base alle “affinità” tra i suoi argomenti principali e la tua azienda.

Cerca di scegliere in base alla tipologia di contenuti proposti dal profilo che stai guardando: se il trend del momento è affidarsi a una tipologia di blogger, non è detto che sia lo stesso che stai cercando tu!

Non solo numeri: nano e micro influencer

Tra gli errori più frequenti effettuati sui social, sia da parte di utenti comuni che dalle aziende che cercano visibilità, c’è sicuramente quello di valutare in base al numero di followers.

Un profilo con decine di migliaia di seguaci non porta necessariamente la visibilità che cerchiamo: d’altronde abbiamo già detto che bisogna valutare affinità e contenuti.

Sempre più aziende, quindi, si stanno affidando a figure con meno seguaci ma molto attive:

  • Micro influencer: se sei un’azienda abbastanza grande, puoi permetterti di scrivere ad influencer con più di 10000 follower. Anche senza arrivare ai picchi di 100k, se l’utente è attivo e seguito in modo fedele, una collaborazione di questo tipo può portarti la popolarità che cerchi, perché la community da cui è sostenuto si fida delle sue scelte, dà credito a ciò che consiglia. Paradossalmente, un’azione di questo tipo ti dà più visibilità di quanta potresti ottenerne apparendo per caso sul profilo della Ferragni!
  • Nano influencer: sono gli utenti che hanno dai 1000 follower in su. Vanno da “persone comuni” che curano il proprio profilo a blogger in crescita. Spesso non vengono presi in considerazione per delle campagne, ma se il rapporto col proprio pubblico è ben curato, possono aiutarti ad aumentare il traffico della tua azienda o, perché no, a creare una strategia originale.

Il grande capo algoritmo

Tutti i precedenti accorgimenti e le strategie che deciderai di intraprendere devono comunque fare i conti con uno degli aspetti più criticati delle nuove evoluzioni in campo web: l’algoritmo di Instagram.

Oltre a porre grande attenzione ai contenuti e alle collaborazioni, ricorda che il feed di Instagram ha smesso di aggiornarsi in modo totalmente cronologico, per dare maggiore importanza ai contenuti legati agli interessi della community.

Purtroppo è difficile contrastare questa legge non scritta, ma si può fare tanto per aiutarsi: un buon traffico sul proprio profilo e un pubblico partecipe che fornisce feedback possono aiutarti ad essere considerato dal social network un “contenuto interessante”.

Quando scegli l’influencer chiarisci questo punto e assicurati che anche lui sappia gestirne le strategie!