Ammettiamolo, i droni sono tra gli oggetti hitech più affascinanti di sempre. Innanzitutto volano, e poi gli basta una piccola telecamera per mostrarci il mondo da una prospettiva aerea che ci permette di apprezzarlo ancora di più. Insomma, anche senza sviscerare la questione di quanto siano utili nelle questioni importanti (sorveglianza anti incendio, ricerca e soccorso in caso di disastri ambientali e consegna di campioni di sangue nelle comunità più isolate in territori impraticabili, tanto per dirne qualcuna), i droni hanno il potere di rendere “nuovo” il nostro mondo, offrendoci semplicemente un nuovo punto di vista da cui ammirarlo.
Per questo sono tra gli oggetti più desiderati del momento, e negli ultimi anni il progresso tecnologico, assieme alle economie di scala, ha già permesso di abbassare notevolmente i prezzi di mercato di questi piccoli concentrati volanti di tecnologia. Oggi ad esempio con circa 100 euro si acquista un modello nettamente più efficiente e ricco di funzioni rispetto anche solo a 2 anni fa, e questo ha letteralmente scatenato la corsa allo shopping. Il problema è che, se da un lato i droni sono sempre più diffusi, sono invece pochi i piloti hobbysti che sanno dove e quando possono o non possono volare, col risultato che rischiano il sequestro del mezzo e multe che possono essere molto salate.
Parte della responsabilità è sicuramente da attribuire al regolamento stesso, che non riesce a tenere il passo della tecnologia e che si serve di termini tecnici e complicati per spiegare concetti che dovrebbero risultare semplici per le persone comuni (che sono a digiuno di riferimenti aeronautici). In questa incertezza, purtroppo, si creano le condizioni in cui scuole di volo e consulenti in malafede possono tirare acqua al loro mulino, convincendo il malcapitato di turno che per volare col drone servono certificazioni e attestati che però la legge richiede solo se il pilota non vola per hobby, ma per professione. Il problema è che i costi connessi a corsi e certificazioni non necessari rappresentano un freno all’acquisto dei droni (il sito IlMioDrone.it ravvisa un andamento a rilento dei droni nelle vendite per Natale 2018) e in senso lato un freno allo sviluppo del settore in Italia.
Come sottolinea Luca Masali su Dronezine.it, la principale rivista italiana sui droni, l’intero settore hobbystico in Italia deve fare i conti con 3 false affermazioni che vanno rigorosamente smontate:
- Tutti i droni commerciali hanno GPS e voli automatici, quindi richiedono il patentino
- Una camera ad alta risoluzione è indice di operazioni specializzate, quindi se usata in pubblico occorre il patentino
- I droni usati per divertimento e sport senza patentino sono aeromodelli, e gli aeromodelli volano solo nei loro campi volo
La verità invece è che chi vola per hobby (e quindi non per professione) non deve conseguire nessun attestato, tanto meno un’autorizzazione specifica (però è raccomandata l’assicurazione per rispondere di eventuali danni a cose o persone, che possono sempre verificarsi). Se si vola per hobby le limitazioni non riguardano il velivolo in sé, bensì il luogo e lo spazio aereo in cui avviene il volo (non vicino agli aeroporti, non all’interno di aree ove il volo libero è interdetto, etc). Se il drone è usato per hobby, infatti, è classificato come aeromodello, e per fortuna in questo senso il regolamento sull’aeromodellismo italiano è ricco e completo (esiste da oltre 100 anni).
Enac infatti specifica che l’attività aeromodellistica “sia effettuata in aree opportunamente selezionate dall’aeromodellista, fino ad un’altezza massima di 70 m AGL entro un raggio massimo di 200 m, in zone non popolate, sufficientemente lontano da edifici, infrastrutture e installazioni”.
Se quindi avete acquistato un drone e lo tenete nel cassetto perché finora avete creduto che per volare servisse chissà quale costoso documento, è arrivato il momento di tirarlo fuori e provare l’ebrezza del volo. L’importante è informarsi bene prima su dove potete volare vicino casa, avendo cura di contattare eventuali autorità di zona (ad esempio Parchi Nazionali) perché in quei casi dovrete sì richiedere l’autorizzazione all’ente. In generale, usate sempre il buon senso, non solo prima di volare (condizioni meteo, etc) ma anche nel valutare le risposte di un presunto esperto in materia, chiedendo sempre un secondo parere (su Facebook trovate decine di gruppi dedicati ai droni).
Sul sito ufficiale di Enac trovate tutte le FAQ di base sui droni, dalle quali potete partire per costruire passo dopo passo la vostra cultura da aeromodellisti.