Uno dei problemi principali che affligge l’umanità è certamente quello della reperibilità di una fonte alimentare che consenta la sopravvivenza a tutte le persone che vivono sul pianeta Terra.
Sin da quando siamo bambini uno dei temi più attuali, di cui si discute animatamente già dalla scuola primaria, è quello della fame nel Mondo. Allo stesso tempo, quando si parla di cibo, non è possibile tralasciare il discorso della ingiusta distribuzione delle ricchezze sul pianeta, sottolineando come esistano dei Paesi ricchi e nazioni palesemente più povere.
Svariate nazioni del “sud del Mondo” vivono in una condizione di povertà tale da rendere l’accesso alle risorse idriche e la possibilità di avere un pasto completo al giorno, qualcosa di non assolutamente scontato. D’altro canto, vi sono Stati in cui l’abbondanza di cibo ed l’impiego di metodi di agricoltura moderni, favoriscono la presenza di sprechi alimentari.
La definizione di spreco alimentare è legata con una cattiva gestione di quello che si mangia ovvero nella capacità di produrre più cibo rispetto alle proprie necessità, al punto da creare un esubero alimentare, sino ad arrivare a buttare il cibo, perchè in eccesso. In Italia, come in molti dei paesi capitalisti, ci troviamo a sprecare moltissimo, incuranti del fatto che potremmo mettere in atto dei sistemi virtuosi per donare a persone meno abbienti, quello avanza sulle nostre tavole.
La speranza nei bambini
Non è certo un caso se uno dei luoghi in cui si parla più di distribuzione dei beni e di sprechi alimentari è la scuola. E’ fondamentale dare il buon esempio e insegnare ai piccoli come non buttare il cibo e quanto sia giusto ed eticamente più corretto produrre tanto cibo, quanto ne serve, senza mettere il moto il processo di accumulo e deterioramento progressivo degli avanzi dei pasti.
Nelle mense della scuola è importantissimo che vengano messe in atto tutte quelle misure adatte per rendere la legge sugli sperperi alimentari qualcosa di concreto. Limitarsi a parlare di fabbisogno calorico giornaliero e fornire i giusti consigli solo durante il 5 Febbraio, ovvero la giornata contro gli sprechi alimentari è alquanto ipocrita. L’augurio è che sempre più spesso i temi della sostenibilità ambientale e l’applicazione dei principi per la conservazione della natura rientrino all’interno dei programmi scolastici.
Le strutture educative come le scuole primarie e secondarie d’Italia dovrebbero insegnare a bambini e ragazzi come evitare lo spreco e le cause economiche e sociali associate con al consumismo imperante delle società capitalistiche. Il fatto che l’expo 2016 fosse incentrato sull’alimentazione sottolinea l’importanza che l’Europa sta dando a questo tema.
L’allarme provocato dai dati sempre più preoccupanti forniti dalla FAO e dalla Organizzazionne Mondiale della Salute sullo stato di povertà nel Mondo è il segnale che un percorso di educazione ambientale, specifico sugli sprechi a tavola, debba essere introdotto su scala planetaria da tutti gli istituti scolastici.
Consigli pratici per ridurre lo spreco alimentare a scuola
- Decidere di mangiare subito dopo ka ricreazione permetterà di ridurre gli sprechi di un terzo
- Aumentare il tempo dedicato ai pasti limita la possibilità di far avanzare dei cibi nei piatti
- Permettere agli alunni di mangiare uno spuntino a fine ora, limita l’appetito degli studenti che, non arrivando “affamati” in mensa, avranno meno ragioni per lasciare del cibo.
- Utilizzare degli espedienti creativi per incentivare i bambini a mangiare combinazioni alimentari più genuine, con buona presenza di verdura e frutta.
- Predisporre degli spazi ben visibili all’interno delle mense della scuola, in cui gli alunni potranno lasciare tutte le porzioni non consumate, ancora imballate. In questo modo sarà più facile ridistribuire le stesse in altri circuiti, all’esterno della struttura scolastica.
- Instaurare nelle classi un sistema di autocontrollo attraverso il quale ogni studente potrà vigilare affinchè non vengano fatti piatti troppo abbondanti, potenziali causa di avanzi alimentari.
- Creare dei contatti specifici con associazioni locali che si occupano di raccolta cibo avanzato e che trasporteranno i pasti in esubero, dalle scuole ad alcune sedi predisposte alla ridistribuzione degli alimenti.
- Riutilizzare il cibo avanzato in mensa per dei progetti alimentari in classe
- Impiegare gli scarti alimentari per la realizzazione di compost, ideale per l’utilizzo in un orto didattico.
- In caso non si disponesse di un campo coltivabile all’interno della scola, ci si potrà mettere in contatto con qualche agricoltore locale.